| ARTE E OMOSESSUALITA'
La mostra, che ha suscitato clamore nella stampa a causa del ritiro del patrocinio da parte del Comune di Milano, dove originariamente era stata prevista, espone fino al 6 gennaio 2008, 220 opere che indagano le connessioni tra arte e omosessualità, dalla nascita della fotografia ad oggi.
Che cosa si dovrebbe intendere esattamente per “arte omoerotica”?
Opere create da artisti della cui omosessualità siamo certi e in cui spesso, ma non necessariamente, è riscontrabile qualcosa che rimanda ad un gusto omoerotico? Oppure bisogna prendere in considerazione l’opera di autori che ufficialmente non risultano omosessuali ma le cui creazioni rivelano uno straordinario erotismo che spinge verso questa interpretazione? Partire dall’omosessualità di un artista per l’interpretazione della sua opera presenta una serie di questioni spinosissime. La conoscenza dell’orientamento (omo)sessuale dell’autore in genere allerta circa la possibile presenza di una rappresentazione metaforica dell’omosessualità. Quale rapporto s’instaura tra biografia dell’artista e interpretazione dell’opera?
Il criterio di selezione delle opere in mostra non tiene conto di questo rapporto ma si basa sulle caratteristiche specifiche delle singole opere, individuando, oltre le convenzionali identità di genere, un filone tematico all’interno di un comune modo di sentire, di esprimere stati d’animo, attitudini, emozioni, senza alcuna pretesa di definire i canoni di uno “specifico omosessuale” nell’arte. In base a questa logica alcune opere esibiscono un contenuto apertamente omoerotico, mentre in altre questo si esprime in modo latente attraverso codici specifici, simboli, allusioni, allegorie, metafore.
Un percorso che dalle fotografie arcadiche del barone von Gloeden ripercorre i territori della fotografia omoerotica, da Herb Ritts e Bruce Weber a Mapplethorpe e Jack Pierson, con uno sguardo all’estetica camp di James Bidgood recuperata in anni più recenti da David Lachapelle. Artisti che operano ormai in un momento storico in cui è possibile affrontare liberamente tematiche gay, lesbiche o transgender, proponendo turbamenti e questioni preponderanti e spesso cruciali per buona parte dell’arte della fine del secolo scorso e dello schiudersi del nuovo millennio.
io,da brava ignorante non sapevo nulla di questa mostra,ma la mia cara collega livigdeaddoll,mi ha appena informato del grandioso evento che è stata a vedere con i suoi occhi,da qui... lascerei la parola a lei...
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